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Tradizione e modernità
in Oltrepò Pavese

Il ritrovamento di un tralcio di vite fossile, antico almeno tremila anni, avvenuto sulle colline dell’Oltrepò Pavese testimonia il forte legame che da millenni lega il territorio pavese al di là del fiume Po con la vite e il vino. Strabone, storico e geografo greco del primo secolo avanti Cristo, riferito all’Oltrepò Pavese, scrisse “l’abbondanza del vino era indicata dalle botti fatte di legno e più grosse delle case”.
Alla fine del XIII secolo, ci sono testimonianze che, dopo la vendemmia, entravano a Milano seimila carri di vino dell’Oltrepò al giorno e a quell’epoca era molto fiorente il commercio del vino, che veniva trasportato verso i luoghi di consumo con carri e barche lungo il Po e i suoi affluenti. Napoleone sostò in Oltrepò e il possidente Giacomo Perincioli ebbe il compito di rifornire il vino alla mensa del Buonaparte che apprezzò il vino delle colline oltrepadane, tanto da farsene una scorta.
Sul finire del 1800, il patrimonio viticolo dell’Oltrepò venne quasi completamente distrutto dall’avvento della filossera. Il rinnovamento colturale e culturale fu intrapreso da alcuni emeriti pionieri: il Primo Ministro Agostino Depretis, che introdusse il Pinot Nero nell’alta collina oltrepadana; l’Ing. Domenico Mazza di Codevilla che disegnò una bottiglia in grado di resistere all’elevata pressione di un suo spumante che chiamò “lo champagne dell’Oltrepò”; il Senatore Luigi Montemartini di Montù Beccaria che nel 1902 fondò e fu Presidente della prima Cantina Sociale in Oltrepò Pavese (ora Cantina Storica di Montù Beccaria).
Sempre ai primi del Novecento, anche lo scienziato Albert Einstein ebbe il piacere di passare in Oltrepò Pavese e di brindare con il vino dell’Oltrepò Pavese.

L’Oltrepò Pavese è dunque una zona di grandi tradizioni e cultura, un territorio decisamente vocato al vino che oggi – coi suoi 13.500 ettari di vigneti all’altezza del 45mo parallelo, sinonimo nel mondo di terre di grandi vini – produce da solo più del 70% dei vini D.O.C. Regione Lombardia, rappresenta la terza area D.O.C. più importante d’Italia dopo il Chianti e l’Asti ed è il terzo produttore al mondo di Pinot Nero.

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